
Conoscete il signore in questa foto? Guardatelo bene. Si, è un fotografo, si vede da come indossa le fotocamere e, da come fuma, dall’eterna sigaretta tra le dita indice e medio della mano sinistra, si vede che è accanito. Si, è proprio lui, Sandro Becchetti, ma definirlo fotografo, solo un fotografo, é davvero riduttivo, quasi un insulto. Sandro è un istrione, un eclettico, capace di cambiare pelle in un istante, uno che può chiudere le sue Pentax e la sua Leica in un cassetto e non tirarle fuori per decenni, e nel mentre che le fotocamere sono chiuse, inutilizzate, è capace di trastullarsi con letture, orti, cibo, vini e amici. Tantissimi amici. E’ stato scrittore, domatore di cavalli, oratore, curioso osservatore dell’animo umano e tante altre cose ancora. Per poi reinventarsi falegname. E che falegname! Realizza mobili, coltelli, addirittura l’intero arredamento di un ristorante. Scrive, discetta, a volte pontifica. Mai a caso, mai per fare “bella figura”, mai per mettere gli altri a disagio. Anche se… Non è uomo di compromessi, ma forse sarebbe meglio dire “era”. Già, perché Sandro è morto, nel 2013, ma le sue foto, i ritratti che è stato capace di catturare, senza artifici, con la luce “esistente”, specchiandosi negli occhi dei tantissimi soggetti ripresi, beh, le sue foto, resteranno per sempre, come la sua opinione su cosa è stata, per lui, la fotografia “Intorno ad ogni foto ciascuno può costruire la propria menzogna. Perché questa per me è stata la fotografia: la menzogna, una componente essenziale della verità. Le mie macchine fotografiche contenevano – per me, intendo dire – tutte le immagini possibili, ma come le platoniche ombre contenevano anche il loro contrario.”Cercatele sulla rete le foto che Sandro ha realizzato, resterete sorpresi. Un assaggio a questo link: https://gericononcade.wordpress.com/2013/07/18/sandro-becchetti-1935-2013/