
21 settembre 2021, Vlad si è alzato presto, come ogni giorno, ma non si sente in forma, anzi, una febbre altissima e un forte mal di testa lo mettono letteralmente ko. È il virus, e lo Sputnik, evidentemente, non lo ha protetto. Adesso il virus lo ha invaso e, come Vlad, è altrettanto implacabile, uccide senza pietà. Mentre sta cercando di riprendersi, in un attimo, tutta la vita gli passa davanti, l’infanzia dura, l’arruolamento nel KGB, la Politkowska… il Polonio, il fedele affidabile Polonio, che non è il ciambellano di Elsinore ma un micidiale, infallibile veleno. “Mi hanno vaccinato con l’acqua fresca, mi vogliono morto”. Non si era mai fidato di nessuno, e adesso poi, così debole e febbricitante non gli resta che decidere di curarsi da se “mi avete fregato, altro che vaccino”. Con uno sforzo sovrumano si ricompone, raccoglie le sue ultime forze e ostentando un incredibile vigore sale sull’elicottero personale e si fa portare nella sua Dacia, lontana da Mosca e dai suoi nemici. Caccia via tutti i domestici, accarezza come fosse l’ultima volta il lettone rotondo dove tante volte si era scaldato con il corpo delle sue amanti, si chiude nella sauna e, come gli aveva insegnato la nonna paterna, tenta di vincere la febbre alternando bagni gelati a grandi sudate e spugnature di vodka. Ma la cura non funziona e dopo pochissimi giorni muore. Due superfedeli, gli unici ammessi alla dacia, lo trovano così, mezzo nudo, a galleggiare nella vasca della sauna. Rigido, con uno strano sorriso sulle labbra. Sono gli unici testimoni della sua fine, hanno un’occasione unica e decidono di coglierla, di non avvertire nessuno, meno che mai il Cremlino e iniziano a pianificare il “dopo”. Vlad, ovviamente, deve scomparire dalla sfera pubblica. Per tutto il mese di ottobre nessuno può sapere dove sia, e nessuno, nessuno, neppure uno dei collaboratori più stretti lo dovrà incontrare. Nessuno della famiglia e neppure Alina, l’ultima delle sue tante amanti. Nel frattempo l’opinione pubblica, costernata dalla prolungata assenza, inizia a farsi delle domande, mormora e si agita. Ma in fondo sono tutti tranquilli, tutti meno loro due “Bisogna agire in fretta, il piano deve andare avanti, a che punto siamo?” chiede Oleg al chirurgo plastico “Solo qualche dettaglio, devo mascherare meglio le cuciture. Solo pochi giorni e sarà pronto”. “Non c’è più tempo” urla Andreis,” dobbiamo farlo riapparire subito, tiriamolo fuori dal freezer, mostriamolo in tv, lo sai, non corriamo alcun rischio, nessuno si accorgerà di nulla” Ma Oleg non si fida, troppo rischioso. L’occasione buona arriva il 21 novembre, un’occasione ufficiale, rassicurante: la seconda dose del vaccino. Vlad, in piena forma, appare a reti unificate su tutte le tv di Russia mentre porge la spalla all’ago dell’infermiera. Passano i mesi e lui, Vlad, ci abitua a un nuovo cerimoniale, visite di Stato, Ministri, collaboratori vengono ricevuti a distanza, lui da un lato, un lunghissimo tavolo in mezzo e loro dall’altro lato. La voce microfonata, l’andatura leggermente claudicante e il braccio destro sempre apparentemente dolorante. Poi, un bruttissimo giorno, rieccolo in tv mentre, algido come al solito, lancia inconsuete invettive verso i governati di Kiev, per l’occasione definiti nazisti gay e drogati. Sempre più impositivo e feroce, alterna minacce a sorrisi. “Sta male”, dicono i servizi occidentali, forse è in fin di vita… Appare sempre un po’ gonfio in viso, muove male il braccio destro… potrebbero essere gli effetti secondari del vaccino, oppure a ottobre, quando era sparito, ha avuto il Covid e adesso ha le conseguenze, il long Covid. Ma è solo l’inizio della recita e nessuno può sospettare nulla, e poi perché? Pochi giorni e 200.000 soldati si ammassano alle frontiere, migliaia di carri armati, camion, lanciamissili… “esercitazioni militari”, così viene liquidata la notizia. Il mondo è in allarme, ma Vlad, serafico, continua a rassicurare con la versione “esercitazioni”. Poi l’attacco, la guerra, le minacce di conflitto atomico, la strenua difesa degli Ucraini e l’indignazione del mondo. Arrivano in UE migliaia e migliaia di profughi, altre migliaia di persone muoiono nei combattimenti, e il mondo reagisce: sanzioni economiche pesantissime, aiuti militari agli Ucraini, i beni degli Oligarchi congelati… i bombardamenti continuano, la resistenza si rafforza. I negoziati non portano a nulla e la situazione peggiora di giorno in giorno. Il mondo trema, il ricatto atomico gela gli interventi militari, e la guerra prosegue implacabile. Migliaia di soldati Russi, giovani di leva, muoiono nei combattimenti e il popolo russo finalmente capisce cosa sta accadendo, ma non può ribellarsi, è davvero troppo rischioso. Sono carne da cannone questi giovani che muoiono, russi o ucraini è lo stesso sangue quello che scorre e che inquinerà ancora una volta e per sempre le nostre coscienze. Cosa aspettate Oleg e Andreis a mettere in atto il finale del vostro diabolico piano, a liberare la Russia e a tirare fuori dal freezer il corpo del vero Vlad e a esibirlo come trofeo davanti alle tv del mondo? Nessuno saprà mai che Yuri non era Vlad, era solo altrettanto cinico e cattivo e, forse, solo un tantino meno furbo. Un solo consiglio: seppelliteli insieme.