
La tevla la vol granda” diceva sempre lo zio di mia moglie Paola. Certo che una festosa tavolata di amici è un’ottima cosa, in grado di farci dimenticare la fatica, le difficoltà, i momenti di malinconia. Ma l’arrivo inaspettato di ospiti, più che essere una gioia, diventa spesso motivo di stress. Lo é sempre, quando nel frigo e in dispensa non c’è gran che. In Spagna fanno presto, tirano fuori dal frigo un pezzo di pollo, un altro di pesce, una salsiccia e una braciola, due carotine, tre cozze, un peperone…aggiungono cipolla, zafferano, riso, ed ecco una favolosa paella, pure abbondante. E per giunta ottima. A me andò diversamente, capitarono in casa in due, Roberto Giussani e Marco Ferreri, una visita “a sorpresa” e proprio poco prima di cena. Feci il vago per un po’, due chiacchiere, una bibita…poi fui costretto alla frase fatidica “ma volete restare a cena, è tardi, ormai…”Accidenti, accettarono. Allora vivevamo in una strana villetta a Roma, Monteverde Vecchio, con giardino rialzato dal piano stradale almeno 4,5 metri, avevamo parecchi alberi da frutto, due fichi, un mandorlo, tre mandarini, aranci… sembrava un orto, e forse in altri tempi lo era stato. Ma noi non coltivavamo nulla, proprio nulla. Coglievamo la frutta, questo si, ma niente di più. Cercando in cucina trovai un aglio, dei peperoncini e prezzemolo, tanto prezzemolo. Ovviamente avevamo anche un pacco di spaghetti e alcune bottiglie di vino. Pensai alla Spagna, le loro ricette e, per associazione mi venne subito in mente Napoli. Ecco, i famosi “spaghetti con le vongole fujute”, si, si, gli spaghetti con le vongole, ma scappate, certo, me la caverò così. Mandai Daniela a cogliere arance e mandarini, stappai un vino, misi in tavola dei bicchieri e mi misi ad armeggiare con gli ingredienti di cucina…nel mentre mi venne in mente un “ingrediente segreto” che avrei potuto aggiungere per dare più “incanto” alla ricetta. Dovete sapere che adoro l’olio di fegato di merluzzo e in casa mia c’è sempre mezzo litro di questo fantastico elisir, ne bevo un bel cucchiaio ogni mattina, appena prima del caffè. Bene, quella sera ne avrebbero goduto anche gli ospiti. Aggiunsi quindi un’idonea quantità di olio di fegato di merluzzo all’aglio e peperoncino, scolai la pasta, spadellai insieme al trito di prezzemolo… Si leccarono le dita fino all’osso. Squisita, ma le vongole? Dove sono le vongole? Non gli dissi mai la verità.